CON UN DITO PUNTATO VERSO IL CIELO
Mostra Fotografica di Flavio Tecchio
(a cura di Fabrizio Capsoni)
GALLERIA PISACANE ARTE
Via Carlo Pisacane 36, Milano
Sguardo vigile Udaipur India ©2008 Flavio Tecchio |
dal 16 al 27 giugno 2015
Inaugurazione: martedi 16 giugno 2015 h.18:00-22:00
Presso la Galleria PISACANE ARTE, in Via Pisacane 36 a
Milano, Martedi 16 giugno 2015 dalle h.18:00 inaugura la mostra fotografica “CON UN DITO PUNTATO VERSO IL CIELO" di Flavio Tecchio, fotografo reportagista brianzolo. Curata da Fabrizio
Capsoni, fotografo e curatore, l’esposizione ha luogo in collaborazione con EXPO Fine Art Photography ed è inserita
nel programma di PHOTOFESTIVAL 2015 (pag.65 del Catalogo)
TESTO DI PRESENTAZIONE:
Per molti fotografi il reportage fa rima con pellicola e bianco e nero. Flavio Tecchio riesce a utilizzare questa particolare declinazione della fotografia restituendoci un’immagine dell’India insolita, lontana dal calore e dai colori ma imponente nella sua graficità, nella perfezione che monumenti e gradinate disegnano. Palazzi e scenari monumentali sono lo sfondo dove l’uomo non sparisce, ma si inserisce nelle inquadrature arrivando a determinare l’atmosfera dell’intera immagine. E’ cifra stilistica dell’autore infatti lasciare sempre spazio alla figura umana, realizzando composizioni dove geometria ed emozione si spartiscono la scena. Flavio Tecchio nasce a Desio nel 1963 ed è fotografo autodidatta dal 1988 con predilezione per il reportage di viaggio; usa ancora la pellicola ed ama il bianco e nero che stampa in proprio nella sua camera oscura, fatto questo che gli permette di intervenire direttamente e in maniera autoriale sulle proprie stampe. Ha partecipato a diversi concorsi fotografici e ha esposto il proprio lavoro in diverse sedi in Italia.
Web: www.flaviotecchio.com
Sabato 20 giugno, la Galleria resterà aperta tutto il giorno, h.10/21, e per l’occasione si terrà un dibattito sul collezionismo di fotografia alle h.16:00: Il critico Roberto Mutti e il fotografo e curatore Fabrizio Capsoni interrogano il collezionista Ettore Molinario sui temi più interessanti della materia.
TESTO CRITICO:
Il Rajasthan nelle fotografie di Flavio Tecchio. Ciò che colpisce nelle fotografie di Flavio Tecchio sono il silenzio, gli spazi vuoti, la compstezza di gesti e di forme di un'India che non sembra quella di sempre: rumorosa, affollata, polverosa. Un luogo diverso da come in anni recenti lo sguardo dei reporter ci ha abituati a guardare l'oriente. Tra monumenti, piazze e moschee, in un'atmosfera rarefatta, gli indiani di Tecchio si muovono come comparse. Alcune immagini svelano con discrezione e sensibilità nuovi stili di relazione; coppie che mostrano senza nascondersi l'affetto e la consuetudine che li lega, padri affettuosi di figlie femmine finalmente non più reiette, giovani che nell'incrocio dei propri sguardi rifuggono il pudore che da sempre ha regnato, nella segregazione, nei rapporti tra uomini e donne in un paese ancora avvinto dalle tracce del passato. Un approccio, quello del fotografo, capace di cogliere con delicatezza i modi di una società che si sta gradualmente trasformando, di una cultura che guarda anche fuori e non solo alle rigide regole della tradizione. Un'India al tempo stesso diversa ma anche immobile nel suo scenario di palazzi e moschee che paiono eternare i luoghi stessi e la storia. Lo sguardo sensibile di Tecchio si esprime con un equilibrio di distanza e di calore, offrendo allo spettatore una lettura dell'India di oggi come un insieme armonico di memorie e di futuro.
Paola Riccardi
TESTO DI PRESENTAZIONE:
Per molti fotografi il reportage fa rima con pellicola e bianco e nero. Flavio Tecchio riesce a utilizzare questa particolare declinazione della fotografia restituendoci un’immagine dell’India insolita, lontana dal calore e dai colori ma imponente nella sua graficità, nella perfezione che monumenti e gradinate disegnano. Palazzi e scenari monumentali sono lo sfondo dove l’uomo non sparisce, ma si inserisce nelle inquadrature arrivando a determinare l’atmosfera dell’intera immagine. E’ cifra stilistica dell’autore infatti lasciare sempre spazio alla figura umana, realizzando composizioni dove geometria ed emozione si spartiscono la scena. Flavio Tecchio nasce a Desio nel 1963 ed è fotografo autodidatta dal 1988 con predilezione per il reportage di viaggio; usa ancora la pellicola ed ama il bianco e nero che stampa in proprio nella sua camera oscura, fatto questo che gli permette di intervenire direttamente e in maniera autoriale sulle proprie stampe. Ha partecipato a diversi concorsi fotografici e ha esposto il proprio lavoro in diverse sedi in Italia.
Web: www.flaviotecchio.com
Sabato 20 giugno, la Galleria resterà aperta tutto il giorno, h.10/21, e per l’occasione si terrà un dibattito sul collezionismo di fotografia alle h.16:00: Il critico Roberto Mutti e il fotografo e curatore Fabrizio Capsoni interrogano il collezionista Ettore Molinario sui temi più interessanti della materia.
TESTO CRITICO:
Il Rajasthan nelle fotografie di Flavio Tecchio. Ciò che colpisce nelle fotografie di Flavio Tecchio sono il silenzio, gli spazi vuoti, la compstezza di gesti e di forme di un'India che non sembra quella di sempre: rumorosa, affollata, polverosa. Un luogo diverso da come in anni recenti lo sguardo dei reporter ci ha abituati a guardare l'oriente. Tra monumenti, piazze e moschee, in un'atmosfera rarefatta, gli indiani di Tecchio si muovono come comparse. Alcune immagini svelano con discrezione e sensibilità nuovi stili di relazione; coppie che mostrano senza nascondersi l'affetto e la consuetudine che li lega, padri affettuosi di figlie femmine finalmente non più reiette, giovani che nell'incrocio dei propri sguardi rifuggono il pudore che da sempre ha regnato, nella segregazione, nei rapporti tra uomini e donne in un paese ancora avvinto dalle tracce del passato. Un approccio, quello del fotografo, capace di cogliere con delicatezza i modi di una società che si sta gradualmente trasformando, di una cultura che guarda anche fuori e non solo alle rigide regole della tradizione. Un'India al tempo stesso diversa ma anche immobile nel suo scenario di palazzi e moschee che paiono eternare i luoghi stessi e la storia. Lo sguardo sensibile di Tecchio si esprime con un equilibrio di distanza e di calore, offrendo allo spettatore una lettura dell'India di oggi come un insieme armonico di memorie e di futuro.
Paola Riccardi
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