EMOTIONS. REFLECTION. INSIDE.
Mostra Fotografica di Yulia Kompaniets
(a cura di Fabrizio Capsoni)
GALLERIA PISACANE ARTE
Via Carlo Pisacane 36, Milano
Mostra Fotografica di Yulia Kompaniets
(a cura di Fabrizio Capsoni)
GALLERIA PISACANE ARTE
Via Carlo Pisacane 36, Milano
Scream, © Yulia Kompaniets |
dal 16 al 27 giugno 2015
Inaugurazione: martedi 16 giugno 2015 h.18:00-22:00
Inaugurazione: martedi 16 giugno 2015 h.18:00-22:00
Presso la Galleria PISACANE ARTE, in Via Pisacane 36 a
Milano, Martedi 16 giugno 2015 dalle h.18:00 inaugurerà la mostra fotografica “EMOTIONS. REFLECTION. INSIDE.” di Yulia
Kompaniets, fotografa russa che vive e lavora a Milano. Curata da Fabrizio
Capsoni, fotografo e curatore, l’esposizione ha luogo in collaborazione con EXPO Fine Art Photography ed è inserita
nel programma di PHOTOFESTIVAL 2015
(pag.64 del Catalogo).
Sabato 20 giugno, la Galleria resterà aperta tutto il giorno, h.10/21, e per l’occasione si terrà un dibattito sul collezionismo di fotografia alle h.16:00: Il critico Roberto Mutti e il fotografo e curatore Fabrizio Capsoni interrogano il collezionista Ettore Molinario sui temi più interessanti della materia.
Sabato 20 giugno, la Galleria resterà aperta tutto il giorno, h.10/21, e per l’occasione si terrà un dibattito sul collezionismo di fotografia alle h.16:00: Il critico Roberto Mutti e il fotografo e curatore Fabrizio Capsoni interrogano il collezionista Ettore Molinario sui temi più interessanti della materia.
TESTO DI PRESENTAZIONE:
Nata dalla visione di una performance artistica, la ricerca della fotografa Yulia Kompaniets parte dal nucleo centrale della fragilità umana. La fragilità, il dolore, la paura, tutte quelle emozioni definite “distruttive”, seguono un loro iter ben preciso: partono dal centro, dal cuore e dalle viscere della persona e, una volta svelate, crescono nell’essere umano giorno dopo giorno, infettandolo, spazzando via sicurezze ed equilibri. Ne risultano delle immagini in bianco e nero di grande impatto che bene esprimono l’insicurezza, lo squilibrio, il vacillare della realtà umana che precipita così in un illusorio, sfocato e ovattato sentore di realtà.
Yulia Kompaniets (16 agosto 1973) è una fotografa russa che vive e lavora a Milano. Figlia d’arte, nel 2000 completa un Master in Ecologia e nel 2014 si diploma come fashion designer presso l’Istituto Marangoni Fashion School a Milano. Da sempre appassionata di arte, la fotografia rimane in questi anni il suo interesse principale, anche in relazione all’attività del padre che lavora come fotogiornalista a Mosca. Yulia inizia la sua carriera di fotografa all’età di trent’anni, sperimentando sia tecniche di stampa tradizionali sia contemporanei metodi digitali, che a volte unisce in nuove soluzioni. A Mosca collabora con diversi artisti e performers. Dal lavoro con il progetto Loft in the red zone e con il gruppo newyorkese Air hit agency, nel 2012 a Mosca Yulia inizia la sua collezione EMOTIONS. REFLECTION. INSIDE.
Web: http://yuliyakompaniets.wix.com/project-scream
Il progetto, che consiste in una serie di opere astratte, vuole rappresentare i cambiamenti distruttivi che subiamo vivendo in un mondo di paure. Queste forme suggeriscono l’ambiguità del genere: una persona senza sesso che potrebbe essere chiunque, una donna o un uomo.
Nata dalla visione di una performance artistica, la ricerca della fotografa Yulia Kompaniets parte dal nucleo centrale della fragilità umana. La fragilità, il dolore, la paura, tutte quelle emozioni definite “distruttive”, seguono un loro iter ben preciso: partono dal centro, dal cuore e dalle viscere della persona e, una volta svelate, crescono nell’essere umano giorno dopo giorno, infettandolo, spazzando via sicurezze ed equilibri. Ne risultano delle immagini in bianco e nero di grande impatto che bene esprimono l’insicurezza, lo squilibrio, il vacillare della realtà umana che precipita così in un illusorio, sfocato e ovattato sentore di realtà.
Yulia Kompaniets (16 agosto 1973) è una fotografa russa che vive e lavora a Milano. Figlia d’arte, nel 2000 completa un Master in Ecologia e nel 2014 si diploma come fashion designer presso l’Istituto Marangoni Fashion School a Milano. Da sempre appassionata di arte, la fotografia rimane in questi anni il suo interesse principale, anche in relazione all’attività del padre che lavora come fotogiornalista a Mosca. Yulia inizia la sua carriera di fotografa all’età di trent’anni, sperimentando sia tecniche di stampa tradizionali sia contemporanei metodi digitali, che a volte unisce in nuove soluzioni. A Mosca collabora con diversi artisti e performers. Dal lavoro con il progetto Loft in the red zone e con il gruppo newyorkese Air hit agency, nel 2012 a Mosca Yulia inizia la sua collezione EMOTIONS. REFLECTION. INSIDE.
Web: http://yuliyakompaniets.wix.com/project-scream
Il progetto, che consiste in una serie di opere astratte, vuole rappresentare i cambiamenti distruttivi che subiamo vivendo in un mondo di paure. Queste forme suggeriscono l’ambiguità del genere: una persona senza sesso che potrebbe essere chiunque, una donna o un uomo.
Yulia scatta delle immagini che poi
modifica con sovrapposizioni di strati di ferro arrugginito. Inoltre, sceglie
come materiale e linguaggio espressivo, un plexiglass trasparente in bianco e
nero per mostrare l’illusorio, frenetico, mutevole mondo che abbiamo costruito.
“Osservo l’evolversi e la distruzione del corpo dell’attore come un riflesso nella carta metallica, mentre lui danza, salta, cade a terra, strappa i suoi jeans in pezzi, versa acqua e canta e grida. È un momento molto dinamico e intenso. Questo riflesso è come uno specchio che ha appena portato in superficie tutte le emozioni e le agitazioni; come un taglio nel corpo che ha aperto per noi il mondo interiore nascosto di un uomo sicuro, forte e sano. I suoi fragili sentimenti, i suoi problemi, la sua vulnerabilità, timidezza ed incertezza vengono messi a nudo. È come un urlo, ma senza suono, che distrugge un muro metallico e ci offre l’opportunità di guardare dentro. Il silenzio di ascoltarsi. Vuoto ed eccesso. Contraddizioni. Assenza. Infine, solo in questo silenzio assordante è possibile ascoltare, sentire, imparare.”
“Osservo l’evolversi e la distruzione del corpo dell’attore come un riflesso nella carta metallica, mentre lui danza, salta, cade a terra, strappa i suoi jeans in pezzi, versa acqua e canta e grida. È un momento molto dinamico e intenso. Questo riflesso è come uno specchio che ha appena portato in superficie tutte le emozioni e le agitazioni; come un taglio nel corpo che ha aperto per noi il mondo interiore nascosto di un uomo sicuro, forte e sano. I suoi fragili sentimenti, i suoi problemi, la sua vulnerabilità, timidezza ed incertezza vengono messi a nudo. È come un urlo, ma senza suono, che distrugge un muro metallico e ci offre l’opportunità di guardare dentro. Il silenzio di ascoltarsi. Vuoto ed eccesso. Contraddizioni. Assenza. Infine, solo in questo silenzio assordante è possibile ascoltare, sentire, imparare.”
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